Castelli di rabbia – A. Baricco

Salve a tutti! Oggi parliamo di un autore che io ho conosciuto e amato con Oceano Mare, ovvero Alessandro Baricco, ma tornando alla sua opera prima, Castelli di rabbia, del 1991.

Baricco, oltre che scrittore molto prolifico, è anche preside della Scuola Holden di Torino. Il suo esordio nella saggistica è avvenuto con Il genio in fuga. Due saggi sul teatro musicale di Gioacchino Rossini nel 1988.

Quinnipek è la cittadina ideale dove recarsi quando si cerca un posto in cui vivere una vita tranquilla. Tutti guardano Dann e Jun Rail e pensano che siano proprio una bella coppia, in quel loro strano modo di esserlo. Il signor Rail infatti parte continuamente, per dove non è dato saperlo. Parte, a volte sta via giorni, a volte mesi, e il suo ritorno è sempre annunciato dall’arrivo di un regalo per Jun, un gioiello. Quando arriva, tutto il paese sa che il signor Rail sta tornando. Certo, una volta ha portato con sé qualcosa di più, Mormy, un bambino dalla pelle scura, dicendo semplicemente a Jun “questo è mio figlio”.

C’è poi Pekish, che sente note sconosciute a tutti gli altri, che se ne va in giro con Pehnt a fare prove di trasmissione del suono e ogni venerdì fa cantare la banda del paese, che ha come strumenti solo i suoi abitanti. Ognuno ha la sua personalissima nota, sia chiaro. Pehnt, che vive dalla vedova Abegg, sa che quando gli calzerà a pennello la giacca con cui è stato trovato dovrà andare via, non si sa perché, ma sembra giusto che vada a esplorare il mondo, quando sarà quel momento. La vedova Abegg a dirla tutta non è proprio vedova, perché non è stata sposata, ma per amore ha deciso di farsi chiamare così.

Castelli di rabbia è un insieme di finzione e realtà, un mondo sospeso lì nel mezzo fra le due cose. Fra le varie storie inventate, infatti, abbiamo degli aneddoti storici, come la storia di Hector Horeau, architetto che fu tra i 240 concorrenti per la costruzione del Crystal Palace.

In questo primo romanzo di Baricco si nota già la sua cifra stilistica. Il suo modo di ripetere alcune frasi, di dar vita talvolta a flussi di coscienza, di scombinare le carte in tavola, rimescolarle e poi disporle nuovamente in ordine, qui c’è già tutto quello che si ritroverà, ad esempio, in Oceano Mare. Quinnipek è un po’ come la locanda Almayer, un luogo dove le storie si incrociano, si sfiorano, e arrivano infine dov’era destino che arrivassero.

Mi rendo conto che per alcuni il modo di scrivere di Baricco può risultare strano, magari anche esagerato, pomposo, con tutte le sue digressioni sulla vita. Talvolta magari potreste annoiarvi. Probabilmente o lo si ama o lo si odia. Io rientro nella prima categoria. Non ho ancora letto tutti i suoi libri, e alcuni li ho letti tanti anni fa, quindi ho intenzione di approfondire sempre di più. Queste atmosfere da sogno a me piacciono molto. Quando leggo Baricco mi sembra di essere in un altro mondo, dove tutto, alla fine, si compirà così come doveva, anche se magari non tutto verrà spiegato, qualcosa starà a noi immaginarlo e collegarlo.


E voi, cosa ne pensate di questo famosissimo autore?

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📓 Titolo: Castelli di rabbia
📘 Autore: Alessandro Baricco
📕 Editore: Feltrinelli
📒 Genere: Narrativa
📗 Pagine: 256
📔 Data di uscita: 1991
📖 Prezzo: 10,00€

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