Lo scultore – Scott McCloud

Salve a tutti! Come ogni martedì, oggi si parla di graphic novels, nello specifico de Lo scultore di Scott McCloud, che per Bao ha pubblicato anche Zot! e Capire, fare e reinventare il Fumetto, insieme di tre saggi.

Trama

Il protagonista de Lo scultore è David Smith, 26enne che ha avuto il suo momento di gloria nel mondo dell’arte ed è poi rimasto completamente solo e senza soldi. Un giorno, una ragazza vestita da angelo lo avvicina per strada e lui ne resta folgorato. Ma le cose non sono semplici. David infatti decide di accettare un patto alquanto singolare con lo zio Harry, che dovrebbe essere morto. Avrà il potere di scolpire tutto ciò che vuole, come vuole, ma la sua vita durerà solo altri 200 giorni.

Considerazioni

Questo graphic novel non ha fatto molta presa su di me. Buona parte della narrazione riguarda David che si piange addosso perché vorrebbe essere “visto”, dato che la sua arte viene sottovalutata. L’ho trovato un personaggio piuttosto negativo e presuntuoso. Non si rende conto che forse, oltre a lavorare alle sue statue, dovrebbe anche dedicare un po’ di tempo alla ragazza di cui è innamorato e vivere la vita prima che finisca. Ci sono alcune scene che gli fanno guadagnare almeno un po’ di punti, per fortuna.

Questo vuol dire che è descritto molto bene caratterialmente, ma che non rientra nei canoni dei personaggi che amo, il che è del tutto soggettivo. Viene descritta bene anche la ragazza angelo, in alcuni momenti depressa, in altri spericolata, in un continuo up & down di emozioni. E’ lei che riporta un po’ di senno in David, che cerca di mostrargli che c’è anche un’altra strada oltre la sua ossessione per la fama. I due si intrecciano e si completano nonostante i loro casini personali, forse proprio grazie a quelli, come l’amore vero fa.

E infatti alla fine del volume l’autore spiega che Meg è ispirata a sua moglie. Si sente, che è una storia molto vera, nonostante la presenza di un qualcosa di magico, che non ne intacca la realtà. Il “potere” di David di scolpire sembra semplicemente esasperare alcuni aspetti del suo carattere, ma si può benissimo immaginare la stessa storia senza stranezze, semplicemente un uomo preso troppo dalla sua arte per accorgersi di tante altre cose. Almeno così è come l’ho vissuta io. Anche se non ho trovato me stessa nei personaggi, ne ho capito le sfaccettature e questo è merito dell’autore, che tra l’altro ha fatto una cosa che si vede poche volte nei graphic novels, ovvero scrivere un volume di quasi 500 pagine.

Voi cosa ne pensate? Conoscete l’autore? Meglio letture lunghe o corte? Fatemi sapere qui sotto nei commenti o sui social e se vi va condividete l’articolo!

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