Sin título – Cameron Stewart

Salve a tutti! Il graphic novel di oggi è Sin título, di Cameron Stewart, portato in Italia da Bao Publishing nel 2014.

L’autore è scrittore, disegnatore, colorista. Con Sin título ha vinto il premio Eisner come Miglior Fumetto digitale. Lavora anche per la DC Comics, a progetti come Batgirl.

Alex Mackay, in visita alla casa di cura dove viveva il nonno, scopre la sua morte e ritira i suoi averi. Fra questi, una foto con una ragazza che Alex non ha mai visto. Cercando di scoprire il mistero incontra un uomo che dipinge lo stesso albero che lui sogna tutte le notti. Come se non bastasse, la moglie dell’uomo è la bionda della foto, che lui dice essere in coma da mesi. La coincidenza è fin troppo strana. Che cosa sta succedendo davvero? Cosa significa quell’albero?

Sin título è difficile da definire. Inizialmente credevo fosse una storia realistica. Ma come dice anche uno dei personaggi, “Come riconosci ciò che è reale da ciò che non lo è? Dall’esperienza, no?”. Partendo da questo presupposto, tutto ciò che vediamo nel fumetto, per quanto assurdo, accade davvero ad Alex, sebbene lui stesso fatichi a capire come e perché.

Immaginate di ritrovarvi sempre nello stesso sogno ogni notte. Ad un certo punto non siete più sicuri che quello sia solo un sogno. Potrebbe essere qualcos’altro? Il vortice di esperienze in cui Alex verrà coinvolto gli farà aprire gli occhi su molte cose, dandogli forse modo di mettere ordine nella sua vita e fare pace con il suo passato.

La storia è molto intrigante, particolare. Mi ha ricordato un livello di un videogame, in un certo senso. C’è un continuo chiedersi cosa sia reale e cosa non lo sia, e questo, come vi dicevo prima, porta a ragionare anche sul concetto stesso di reale. Siamo noi che plasmiamo la realtà, noi che diamo nome alle cose, noi che decidiamo giusto e sbagliato. C’è quindi davvero una distinzione così netta fra ciò che riteniamo reale e ciò che chiamiamo immaginazione, se lo stiamo percependo, se il nostro cervello lo vede come esperienza a tutti gli effetti?

La risposta sta a voi, ma magari vi potrebbe interessare sapere che alcune aree del cervello si attivano allo stesso modo sia che l’esperienza sia “reale”, sia che l’esperienza venga solo pensata. È per questo che ho divorato Sin título, per scoprirne i segreti e sapere quale fosse la visione dell’autore, quale strada avrebbe deciso di intraprendere. I personaggi sono interessanti, gli avvenimenti anche, la fine chiude il cerchio in maniera soddisfacente.

Piccolo disclaimer: questo graphic contiene abbastanza sangue. Essendo in bicromia non spicca, quindi personalmente non mi ha dato fastidio, però preferivo dirvelo.

Voi cosa ne pensate? Vi interessa scoprire di altri mondi? Per voi cos’è reale?

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