Il richiamo della foresta – book quote

Salve a tutti! Ultimo appuntamento, per ora, con i libri che hanno fatto parte della mia crescita come lettrice. Nel book quote di oggi parliamo de Il richiamo della foresta di Jack London, che io conservo in una vecchissima edizione ancora con il prezzo in lire. In poche parole è la storia di un cane, un San Bernardo, che viene portato via dalla California per essere trapiantato in Alaska durante il periodo della corsa all’oro, alla fine del 1800. Qui verrà costretto a fare il cane da slitta, ma lottando per la sopravvivenza riscoprirà dentro di sé l’istinto primordiale dei suoi antenati, ovvero il richiamo della foresta.

Il richiamo della foresta di Jack London
La vita primordiale

La pietà non esisteva nella vita primordiale. Veniva scambiata per paura e il malinteso poteva significare morte.

Questa citazione è casualmente molto collegata ad un capitolo che ho letto proprio questa mattina del libro Vita segreta delle emozioni di Ilaria Gaspari. L’autrice, infatti, parlava della compassione, di questo modo di empatizzare con gli altri, entrando in contatto con le loro – ma anche le nostre – emozioni. La frase di London ci rimanda ad un passato, ma anche semplicemente ad un presente più ostile del nostro, dove non è possibile creare questa connessione con gli altri, tanto da volerli aiutare. Non ci si può mostrare deboli, né sottomettersi, se si vuole restare in vita.

Io penso, a volte, essendo vegetariana, a come gli animali vengono trattati ora e come venivano trattati un tempo. E a quanto poco senso abbiano, oggi, certi comportamenti, che però continuiamo a tenere in vita per comodità, pigrizia, tradizione o motivi puramente economici. Buck, il protagonista della storia, ha subìto di tutto per la smania degli uomini di accaparrarsi ricchezze e per la loro mancanza di pietà nei confronti di un essere vivente che consideravano inferiore. Che ancora oggi molti considerano inferiore. Pietà, compassione, empatia, sono tutti termini collegati, che solitamente utilizziamo fra esseri umani, ma sono in realtà qualcosa di molto più ampio. Non bisogna certo fidarsi di chiunque e provare pietà per chiunque, ma nemmeno l’opposto. Non viviamo più in quel mondo ostile, almeno non del tutto.

La foresta

Vi è una pazienza della foresta, ostinata, instancabile, continua come la vita stessa.

Questa frase mi piace molto, perché ritengo che la natura abbia davvero una grande forza, che purtroppo, anche in questo caso, non le riconosciamo spesso. Ma pensate alle foreste, pensate al mare. Entrambe le cose a me piacciono molto e mi danno un senso di pace (se non ci sono mille altre persone attorno, perlomeno). Stiamo sfruttando ogni possibile risorsa di questa Terra, togliendole il respiro, ma lei incalza, riprendendosi quello che può, come l’edera che cresce su un edificio abbandonato, o un fiore che spunta vicino a un marciapiede.

Dovremmo imparare la pazienza degli alberi, il loro lento oscillare, il loro tendere verso il sole, mantenendo radici salde. Sono sinonimo di forza, ma anche di come la natura riesca, se non ci mettiamo noi le mani, a trovare il modo di sopravvivere anche in condizioni avverse, se ciò è necessario. Cerchiamo di osservare e tutelare, capire e amare, piuttosto che strappare, imprigionare, prendere con la forza.


Questo è tutto, per oggi. Come sempre parto da un pensiero semplice e lo faccio diventare un discorso sul mondo e sulle creature che lo abitano. Spero che la cosa non vi dispiaccia, per me è uno sfogo non da poco.

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📓 Titolo: Il richiamo della foresta
📘 Autore: Jack London
📕 Editore: Mondadori
📒 Genere: Narrativa per ragazzi
📗 Pagine: 144
📔 Data di uscita: 1904
📖 Prezzo: 10.00€

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