Imparare a cadere – Mikael Ross

Salve a tutti! Eccoci in una nuova settimana e un nuovo caldissimo mese. Oggi parliamo di un graphic novel con una tematica importante, ovvero la salute mentale. Imparare a cadere di Mikael Ross è infatti il fumetto commissionatogli dalla fondazione evangelica Neuerkerode, che si occupa di persone affette da disabilità, ma anche di anziani e assistenza medica in generale.

Trama

Il protagonista della storia è Noel, che vive con sua madre a Berlino. Un giorno però la trova per terra, in bagno, in una pozza di sangue. Nonostante le sue difficoltà riesce a ricordare il numero da chiamare per le emergenze ed è quindi lui ad avvertire l’ambulanza. In ospedale gli diranno che la madre è in coma, e Noel non sa cosa sia. È convinto che presto tornerà a casa con lei, invece viene mandato a vivere insieme ad altri ragazzi a Neuerkerode. Qui conoscerà nuovi amici, scoprirà cos’è l’amore e soprattutto imparerà a cadere e a tornare a volare.

Considerazioni

Raramente ho letto libri che trattassero questa tematica, perché non sempre mi sento pronta ad affrontarla. Quando ho iniziato questo libro non sapevo di cosa parlasse, ero quindi completamente senza aspettative. Sapendo che si tratta di una vera associazione, si può immaginare che sia la storia vera o verosimile di uno dei suoi ragazzi. È una storia di crescita, di sfida personale, di accettazione delle differenze. E’ fatta per sensibilizzare nei confronti di una tematica poco trattata. In passato vi avevo recensito un altro graphic novel che trattava le disabilità mentali, ovvero Fermo di Sualzo, che mi aveva colpita molto. Imparare a cadere mi ha colpita meno emotivamente, se non in alcuni determinati momenti, però lo ritengo un racconto importante per il modo in cui ci permette di conoscere e ragionare su certi argomenti. I personaggi vengono raffigurati nel loro essere sé stessi, con i loro dubbi, le loro paure, le manie e le gioie. Credo che possa piacere a chi di voi stia cercando una storia sulla disabilità mentale che non sia pesante.

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E voi cosa ne pensate? Leggete mai libri inerenti la disabilità o comunque l’accettazione delle differenze?

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