Io odio Favolandia

Chiudete gli occhi.
Immaginate di essere una bambina che sogna di vivere nel mondo delle fiabe.
Immaginate un giorno di essere risucchiati in quel mondo.
La regina vi comunica che potrete tornare a casa solo se troverete la chiave.
Vi sembra l’inizio di una bellissima avventura?
Beh, parliamone.

Per Gertrude Favolandia si rivela essere più un incubo a occhi aperti.
Il viaggio sembra non arrivare mai alla sua conclusione, non sembra esserci mai un lieto fine.
Va avanti, avanti, alla ricerca della chiave, e intanto gli anni passano…
Rimane nell’aspetto sempre una bambina, ma è consapevole del tempo che scorre.
Tornerà mai a casa?

Io odio Favolandia è stato, totalmente a caso, il mio ritorno alla lettura nel mezzo di un periodo vuoto. Ero a casa di un’altra persona, ho visto i volumi sulla sua libreria, conoscevo la saga ma la ritenevo un po’ troppo splatter per me (e in effetti lo è).
Però, non so perché, ho iniziato a leggerlo e sono andata avanti senza fermarmi.

Favolandia è ironico, cinico, sporco. È parolacce camuffate, gole tagliate, minacce, violenza, menefreghismo.
È un percorso di crescita a metà, con un Grillo parlante che non vuole davvero che Pinocchio cresca e vada avanti. Favolandia ci mostra il peggio delle favole e di noi, quando siamo liberi di fare ciò che vogliamo e non dobbiamo seguire nessuna regola.

E voi, odiereste Favolandia?

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