Dobugawa – La superficie dell’acqua

Aoi Ikebe. Parliamone. Nell’ultimo anno ho fatto varie scoperte in campo letterario, cercando di capire, oltre che ai miei autori preferiti e qui più volte nominati, a chi potermi rivolgere come porto sicuro.

Penso di poter ormai affermare senza troppi dubbi che Aoi Ikebe abbia ottenuto un posticino in classifica. Posso cercare di spiegarvi perché, ma è una sensazione che difficilmente si può descrivere.

Pace. Tranquillità. La vita che scorre, come il fiume del paesino protagonista, e che arriva alla sua conclusione, che lo si voglia o no. Ma non in senso negativo. Piuttosto come qualcosa che va al suo posto, quando tutti i pezzi si incastrano.

Vi do il contesto: c’è un’anziana signora seduta su una panchina vicino al fiume, sempre lì, tutti i giorni. Pochi ci fanno davvero caso e si prendono la briga di capire come mai, ma per lei non è importante. Perché in realtà lei non è lì, ma nei suoi ricordi. Il fumetto si divide quindi fra il presente, con la vita degli abitanti del villaggio, e il passato della donna.

A una lettura superficiale si potrebbe dire che non accade nulla e se state cercando chissà quali colpi di scena non è l’autrice che fa per voi. Io credo di essermene innamorata proprio per questo. Sembrerebbe l’opposto della mia comfort zone (il fantasy), eppure…

Forse a volte si ha bisogno di calma, di guardare la vita da un’altra prospettiva, che sia però reale. Aoi Ikebe parla delle persone, nelle loro sfaccettature, nella loro semplicità. Parla di tutti noi, in fondo.

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